venerdì 30 luglio 2010

OCCHI UCCISI













11 dicembre 1981.
Soldati del battaglione Atlacatl, esercito del Salvador, paese governato con violenza da Josè Napoleon Duarte, armati con fucilia utomatici M-16, nuovi nuovi, gentilmente forniti dall'amico paese che ha per capitale Washington, entrano a El Mozote con la scusa di cercare componenti il Fronte di Liberazione Farabundo Martì (FMNL).
Quelli dell'FMNL, anche se in misura minore rispetto ai governativi, si macchiano di azioni sanguinose, quindi fanno parte dei nemici combattuti dagli USA negli anni '60 - '70 - '80 in tutto il Centro America in quanto, tra l'altro, filo-comunisti. Ronald Regan arriva a dire: , dando ad intendere che il Nicaragua è pronto ad invadere gli Stati Uniti.

Architetto principale delle angherie Usa in Centro America in quell'epoca è un certo Jonh Negroponte.
Su un lato della piazza, al centro di El Mozote, la gente infreddolita stà uscendo dalla chiesetta.
I militari irrompono e costringono tutti pancia a terra. Le donne vengono portate con i bambini nelle case di Marqes e di Benito Diaz, gli uomini, invece, nella chiesa. La notte passa.
Prima che abbia inizio la strage, arriva un elicottero dal quale scendono delle persone. Gli uomini prima e successivamente le donne, tutti vengono torturati.
I soldati sparano su ogni cosa si muova. Oggi, oggetti rotti e ancora sparsi, muri, porte e finestre bucherellati sono tutto ciò che rimane a testimonianza di quel giorno.
No!
Rufina Amaya è sopravissuta e cantilenando racconta: - Io avevo i miei tre figli intorno, di cui una bimba che ancora allattavo, me li strapparono, così, come fecero alle altre madri, e li portarono in chiesa. Io li sentivo urlare "mammina, mammina, aiutaci, ci stanno ucidendo con i coltelli".
Filmati girati nei giorni successivi da volontari, mostrano abiti induriti dal sangue rappreso che vengono sollevati mostrando i corpi sgozzati dei bimbi
400

Tra i volontari c'è Santiago Consalvi, giornalista oppositore del regime, raccontando quelle scene le definisce con una sola parola <...dantesche...>
Rufina, inginocchiata in fila con le altre donne, in attesa del colpo di pistola alla nuca o della coltellata che porrà fine alle ancora udibili strilla dei bimbi, con lo sguardo segue un sentiero che pare terminare in mezzo ad animali al pascolo, aprofittando del sopraggiunto buio, lo segue strisciando. Scava un buco per terra, per non farsi sentire vi infila la testa e... urla. Le sparano ma riesce a dileguarsi e dopo sei giorni selvaggi in mezzo alla foresta, viene raccolta da una contadina che con i figli vive in una grotta.
<...il battaglione Atlacatl fu in effetti addestrato da militari degli Stati Uniti nel 1981. Furono addestrati un totale di 1383 soldati. L'addestramento fu condotto nel Salvador>. Parole tratte da un documento che il sottosegretario alla Difesa Carl W. Ford spediva nel 1990 all'On. Jonh Joseph Moakley in Campidoglio.
I soldati delle truppe scelte Atlacatl, erano degli psicopatici che nelle 48 ore che seguirono il loro ingresso a El Mozote, uccisero 1200 persone con il sostegno della nazione che si è posta alla guida della "Guerra al Terrorismo".
Ford dichiara che l'addestramento degli ultimi 150 soldati dell'Atlacatl viene interrotto il 13 novembre 1989, anno in cui il famigerato battaglione firmerà la sua "ultima?" strage. Nei locali dell'Università Cattolica di Managua vengono massacrati sei intellettuali gesuiti e due perpetue.
Ulteriori evidenze sull'esatto numero delle vittime e su chi fossero i responsabilio dell'eccidio, sono di pubblico dominio e sono redatte nei rapporti della "Commission on the true for El Salvador", creata in seguito alla Mediazione di Pace dell'ONU il 16 gennaio 1992.
Capelli lunghi, raccolti in una coda di cavallo, un po' sovrappeso, bassina, Rufina donna dagli occhi vuoti, donna dagli occhi uccisi.
Liberamente da me tratto dal libro "Perché ci odiano" di Paolo Barnard, edizioni BUR.
Dedicato alle 1200 vittime di El Mozote.
Paolo perdonami, non ce l'ho fatta a trattenermi.
by maxtraetto (31/05/2007 - 21:06)

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