domenica 10 dicembre 2023

mercoledì 8 novembre 2023

Poesia di baci in bicicletta

 

Mi alzo e faccio colazione con Silvy mentre fuori i gatti miagolano, vogliono entrare per far colazione anche loro.
Entrando miagolano di nuovo, poco: salutano. A volte miagolano un po' di più,  magari ci rimproverano perché ci abbiamo messo troppo ad aprire, oppure,  ci stanno raccontando la loro notte: brutto tempo; nuovi a mici; forse qualche umano stava male o ha fatto qualcosa di insolito, per i gatti, ovviamente (frequentano anche altri balconi).
Mi vesto, bacetti, esco, prendo la bicicletta e mi avvicino al cancelletto, ho dimenticato di aprirlo, mi giro e Silvy già lo sta facendo per me: a chella capa!
Esco, richiudo il cancelletto e inforco la bici,  altro saluto e mi dirigo in stazione a prendere il treno sul quale porterò la dueruote, a destinazione mi servirà per raggiungere il posto di lavoro.
Aoh! Per me tutto ciò è... poesia.

(Nella fotografia il macchiato Fumè e la chiara Nenè)

sabato 5 agosto 2023

Immobile movimento

Una bombetta nera alzate sulla fronte, calata sulla nuca.Il volto cosparso da un bianco coprente; il rosso copre sottili labbra, alzandone gli angoli e, con un dischetto, la punta del naso.
La maglia è a righe sottili, orizzontali, bianche e rosse.
Il pantalone è nero, le mani son bianche di guanti, i piedi son neri di scarpe.
Il mimo allunga una mano, lento,  sopra un tavolo che non c'è, coglie, tra il pollice e l'indice un fiore da un vaso che non c'è.  Lo scuote leggermente per farlo gocciolare, tra lo stupito e il sofferente fa capire che si è punto: è una rosa che non c'è.
Porta la mano sotto al volto che si abbassa infilando il naso in una corolla che non c'è.
Enfatizzando, inspira a lungo e si bea di un aroma che non c'è,  alzando la testa, con calma, come se, ad occhi chiusi mirasse la cima di un albero e, si blocca, fermo per un tempo che pare infinito, diventa Fotografia.
Nel suo immobile movimento.

(Fotografia gentilmente concessa da Roberto Esposito, mimo e simpatica persona)

 

domenica 25 giugno 2023

lunedì 12 giugno 2023

Il panda e la zebra



Un panda e una zebra, sotto ad un melograno in fiore (bello il colore dei fiori di melograno, forse il mio preferito), si incontrano dopo che il panda ha dovuto scansare una panchina ostile. Può lasciare la panchina libera? Chiede il panda alla vecchina. (ma quale vecchina, era una stronza). Le panchine libere, in verità erano molte  visto però che il Van Gogh di Lego già stava lì, quella vecchina poteva andare a posare il culo su un'altra panchina. (azz! Un'altra volta 'sta vecchina, era una stronzaaa).  Anche di melograni ce n'erano tanti  quello era solamente il più vicino alla panchina dei Lego e della vecchina. (solamente dei Lego  dai  che è meglio). Comunque si parla di piazza Bologna a Roma, forse l'unico apostrofo verde in città prima di un importante bacio. Il panda, o la panda (è uguale anche se, però, la panda va a benzina, almeno, la mia va a benzina) dicevo, illa panda doveva regalare il quadrodivangoghfattocollego alla zebra. Io guardavo alla zebra come se la zebra e il panda fossero dietro al vetro di una doccia prima che gli si passi il tira acqua perché a furia di vedere la zebra piangere dalla commozione io commongevo dalla piangiazione. La mia nipotina si sposa (masonovestitadazebraaaa) con la persona bella e giusta vestita da panda che le ha regalato, insieme all'anello, un quadrodivangoghfattocollego. La mia nipotina ha fatto il tratto da dove stava fino a piazza bologna a piedi con l'automobile, non è che l'automobile non funzionasse e la stava spingendo, il fatto è che l'automobile ce l'aveva all'anulare destro, ma questa è un'altra storia e, tra l'altro, non la conosco. Bella giornata, se un giorno non la ricorderò,  leggetemi queste righe, forse qualcosa mi verrà alla mente.