giovedì 22 luglio 2010

MEGLIO IN TRENO

Da ragazzo viaggiavo moltissimo, i mezzi scelti preferibilmente erano il treno e l'autostop, quest'ultimo spesso si trasformava in pedicolare.
Questo modo di muovermi mi permetteva di conoscere le persone dal vivo. Chi mi raccontava della guerra, e io mi appendevo con entrambe le mani alle sue labbra, facendo si che le parole fuoriuscissero più liberamente. Chi della sua vita, quante me ne hanno raccontate. chi dei figli, delle cognate, delle nuore. Viaggiavo, oltre che attraverso i luoghi, attraverso le persone.
Capace di trasformarmi in leghista, piuttosto che razzista, pur di consentire un più libero defluire delle parole anche se contrarie alle regole più importanti del mio modo di vivere questa vita.
Presi contatti con persone che in alcuni casi incontrai nuovamente, questo succedeva di rado. Nella maggior parte dei casi, nel momento che ognuno riprendeva la sua strada, si chiudeva il libro per non riaprirlo più. Pericoloso riaprirlo, probabilmente perché spesso le persone si lasciano andare in confidenze solo con un estraneo, senza così dover mostrare la tessera di riconoscimento della coerenza con la propria vita di tutti i giorni.
Scesi dal treno o dall'auto, smesso quel contatto quasi clandestino, ognuno per la sua strada.
Ora viaggio con internet, lo faccio palesandomi quasi sempre, (anzi sempre, basta passare da un posto all'altro e se vuoi le informazioni su una persona che ha inserito i suoi dati, prima o poi le trovi), così se mi capita di incontrare quello del seggiolino di fronte al mio, subito mi riconoscerà e potremo riprendere i dialoghi interrotti.
Internet è un treno dal numero infinito di scompartimenti, è da circa un anno che ci viaggio e sono entrato solo nel primo.
Scusate, è libero quel posto?
Prego, si accomodi.
Sposto il suo bagaglio, in quello spazietto ci metto il mio.
Lei che fa nella Vita?
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