sabato 23 giugno 2018

Pozzilli - giorno due

  Pozzilli - giorno due
Il diuturno e costante cicalino, di notte, diminuisce la frequenza ma non smette, mi domando quanta anestesia mi dovranno propinare lunedì visto il nervoso che nel frattempo si sarà andato accumulando.
Stamattina, dopo ben due ore di sonno, il propizio risveglio giunge alle cinque e mezza con sfondamento della porta, accensione delle luci, buongiorno rincuorante, siringa brandita da carina infermiera e la domanda: le hanno inserito la cannula?
Al mio no esce un istante e torna con una garza, quella destinata allo sfregamento della pacca, ora lo so che non devo sfregarmela da me. Quella che contiene le pastiglie arriva un quarto d'ora dopo portata da un infermiere che misura la pressione, gli riferisco che pochi giorni fa ho ripristinato quella delle gomme dell'auto ma per quella del braccio ho avuto una dimenticanza. Il suo labbro si alza di lato, ma poco poco, la stronzata che ho detto fa parte di una routine per lui ormai consolidata, ne più ne meno del premere la pompetta dello sfigmometro.
Chiamo Silvy per le eventuali notturne novità e, alle 8,30 arriva una lauta colazione per la quale devo optare fra le numerose opzioni: latte o te?
Prendo il latte, che risulta buono ma non indago oltre. Le fette biscottate sono come la lucetta del frigorifero, si comprende se sono integre solo dopo aver aperto la bustina che, essendo blindata, offre poche opportunità di conservarle come forno le ha fatte, quand'anche in queste ben più comode condizioni; in compenso, la fragola contenuta nella micro vaschetta non sa di niente e per spalmarla sulle svariate schegge di fetta biscottata che nel vassoio stanno fuggendo in tutte le direzioni, mi cospargo le dita di rosso gel: in pratica, bagno nel latte i framenti e, ogni volta, traggo quel che rimane della tragica esistenza della fragola dalle dita ormai oltremodo appicicose e, con restio impegno, mi lasciano continuare il primo pasto del giorno.
Finito che ho di fare colazione entrano due inservienti, dei due, la ragazza mi domanda: Si alza?
Il meno possibile, sa com'è ho forti dolori che mi...
No, no si deve alzare dobbiamo rifare il letto!
Eppure, giuro, il punto interrogativo c'era, l'ho visto anche nel fumetto che le sovrastava il capo.
Sto per dire che l'ho appena fatto io ma desisto, non vorrei fargli perdere un altro prezioso secondo, infatti, è evidente che rifaranno il letto a costo della stessa vita, loro e dei propri familiari.
Passo laattina leggendo e scrivendo.
Arriva il pasto in un momento di breve ma, fin lì, riuscito pisolino.
Maccheroni più simili a cannelloni ma tristemente vuoti con ragù che vi venne menzionato come genovese ma dell'indispensabile cipolla forse è rimasta l'immagine che era presente sui contenitori solo che i contenitori sono rimasti fa qualche parte in cucina. Il secondo consiste in una fetta di petto di pollo con piselli: se non fosse che il sale è rimasto accanto ai contenitori delle cipolle, sarebbe un secondo niente male.
Finalmente la mia Silvy arriva con caffè buono e ciliege saporite.
Le due ore con lei volano nei resoconti delle reciproche giornate mentre lei mangia un panino, per venirmi a trovare non ha potuto mangiare a casa, veramente ne consuma solamente metà.
Appena se ne va accendo la radio struttando internet, nessuna delle due tradizionali sintonie ha modo di arrivare fino a me e io ascolto solo radiotre. Non ce la faccio a sentire più di due volte per semestre lo stesso brano musicale mentre qualsiasi altra rete, soprattutto quelle locali, trasmette decine di volte al giorno i medesimi venti brani, per intere settimane, praticamente come ascoltare volontariamente e all'infinito le stesse reclame o le stesse barzellette, mi viene da urlare nell'apparecchio: va bene! ho capito, l'ho addirittura imparata a memoria. Poi s'incazzano perché a Guantanamo usavano le medesime modalità come sistema di tortura, io avrei fatto il troisiano disegnino per indurli a smettere ma la maggior parte delle persone si sarebbe addormentata per la noia di una routine alla quale è ormai avezza.
Sono quasi le diciotto, arriva la serale pappa.
Maccheroni con le verdure: non so se hanno lavato quelli rimasti a pranzo, approfittano della mia memoria di pesciolino rosso distratto però non sono male ma, come giustamente dicono Silvy e Monica, i miei gusti e la mia smisurata
fame in qualcosa che non può fare testo, per fortuna, aggiungerei, infatti, per secondo, arrivano involtini di prosciutto (così li ha chiamati anticipatamente, l'inserviente della mensa stamattina) con insalata verde. L'insalata era effettivamente verde e anche gli involtini erano involtini, solo che nulla ti aspetti dall'insalata ma dagli involtini, quanto meno, qualcosa di involto lo immagini, macché, involtini involti su se stessi, quindi, involtini di fette di prosciutto involti di fette di prosciutto, praticamente un imbroglio come petrebbe essere dire che un'auto ha i finestrini elettrici perché, pur non avendo il gvs di Giovanni del famoso trio, prendi la scossa perché collegati all'alternatore, effettivamente
sono elettrici ma umanamente l'aspettativa, oltre a far male, delude un pochino.
Ora, dopo aver scritto chili di monate mi appresto a nottatare il cicalino degli infermieri, penso che mi abituerò, dovrò farlo, altrimenti domani sarò come una corda di violino di due centimetri alla quale è appeso uno dei TIR che ieri faceva retromarcia in corridoio.
Ah! No, era il cicalino.
Felice notte, a tutti, vicini e lontani.

3 commenti:

  1. Cos'è il cicalino?
    Comnque concordo: all'ospedale ti dicono di stare tranqillo ma noon ti permettono di riposare. Immancabilmente, specie di notte, quando finalmente sei riuscito a prendere sonno, per loro è il momento dei prelievi,dela pressione ecc ecc.
    Un abbraccio! Meglio prendere le cose con ironia!

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  2. quello che suona in continuazione è il segnale che qualche paziente suona per chiedere supporto, non mi lamento di questo ma dei decibel dello stesso allarme che sono veramente tanti e la mia stanza e la più prossima a quel fastidioso aggeggio
    La mia, comunque, resta un gioco, qui sento di situazioni dove un fastidio di questo tipo sarebbe un lusso

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  3. Hai ragione, quante situazioni di difficoltà si scoprono se solo si passa qualche giorno in ospedale! Bisognerebbe mandarci alcune perone..penso che tu abbia capito!
    Un abbraccio Max, In bocca al lupo! <3

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