martedì 19 giugno 2018

Ho sbagliato


Sono cresciuto a Gravellona Toce, la cittadina più vicina nella direzione del passo del Sempione è Ornavasso, primo paese della Val d’Ossola.
Nel 1944, in questa bellissima valle, nacque la Repubblica dell’Ossola che, prima della riconquista da parte dei fascisti, produsse un periodo di libertà durato 40 giorni e molte delle cose fatte in quei giorni furono di ispirazione per i Padri Costituzionalisti. Sono cresciuto, quindi, in una zona prevalentemente antifascista, in un’epoca di sviluppo industriale che ha attratto italiani da ogni dove, sia dal Polesine dopo l’alluvione del 1951 che dal meridione.
Essendo nato nel 1962, quando iniziai ad andare a scuola cominciai a frequentare l’Italia. Io stesso, con la mia famiglia, provenivo da Bolzano e per tutte le elementari, suddivise in quattro sezioni, le classi erano composte più da forestieri che da autoctoni nonostante fosse l’epoca dei cartelli con scritto: 


Le ultime visite fatte in quei posti mi hanno fatto notare qualcosa confermato dai viaggi virtuali che faccio con internet: una forte avversione per lo straniero.
Miei ex compagni di scuola che dimenticano la dimensione umana di chi migra nascondendosi dietro a paradossali “però noi…”.
Diventando grande le mie idee sono sempre state di sinistra, non solo, addirittura di estrema sinistra con sguardi utopistici orientati verso un’auspicabile anarchia.
Da alcuni anni faccio parte di comitati e associazioni che si spendono per la salvaguardia dell’ambiente e per la diffusione di buone pratiche e di tutela del Bene Comune; questo mi ha portato ad essere spesso in contrasto con la parte più centrista della sinistra.
A cosa mi ha portato questo? Ad ottenere parziali buoni risultati laddove  si esagerava nel violentare l’ambiente e l’uomo.
Ma, c’è un grosso ma; ma grosso grosso.
Il mio lottare per la diffusione di pensieri e pratiche il più di sinistra possibile ha comportato un lavoro dove è necessario leggere, studiare e informarsi il più possibile per avere il maggior numero di strumenti così da generare il modo che la maggior parte di persone possa accedere ad informazioni che contrastino la propaganda utile agli affaristi che tutto hanno in animo tranne che il benessere diffuso, in favore di un benavere per pochi.
Ok! In tanti abbiamo fatto questo, io stesso ho conosciuto migliaia di persone in vari ambiti che fanno ciò. Questo modo di fare, però, ha frazionato la sinistra in tantissime piccole parti quanti sono gli argomenti da trattare, evidenziando in me il ma di cui sopra e cioè, chi sta a destra, sfruttando l’ignoranza anziché la diffusione della cultura, ha vinto facilmente perché tra il lavorare per diffondere informazioni e la voglia di acquisirle e il lavorare per non far sapere nulla facilitando la voglia di fregarsene, non c’è partita.
E’ così facile da comprendere che mi sento quasi scemo.
Io studio e organizzo incontri per far sapere cosa bisogna conoscere sperando che in chi partecipa nasca la stessa voglia di impegnarsi mentre Salvini dice stupidaggini ad ogni piè sospinto diffondendo l’idea che è inutile studiare, o semplicemente leggere, per sapere le cose tanto ci pensa lui.
Io studio per diffondere dati riscontrabili, lui riporta dati falsi contando sul fatto che le persone non leggono nemmeno il titolo di un articolo.
Io dico a qualcuno che può andare in un dato luogo perché, pur essendoci una trappola, è stata disattivata,  e lo tranquillizzo fornendo la fonte dell’informazione e il modo per raggiungerla.
Salvini dice di non andarci perché c’è una trappola e fornisce la medesima fonte tanto sa che chi è disposto ad ascoltarlo, non legge i dati forniti dalla fonte.
Quindi, entrambi diciamo la verità solo che io conto sul desiderio di consapevolezza del mio interlocutore mentre lui conta sulla sua, ormai notissima, mancanza di voglia di leggere.
Dove è il mio più grosso sbaglio?
Sta nell’aver contrastato chi operava in mezzo a queste due metodologie che, nell’ultima epoca, è stato rappresentato da Renzi.
Risultato?
Ha vinto Salvini e, se con Renzi era difficile far passare il mio pensiero tra i miei concittadini ora, con Salvini, sarà impossibile, per molto tempo.
In pratica, mi fermo con l’auto, anche in assenza di strisce pedonali, per far passare i pedoni tanto, essendo motorizzato,  posso recuperare facilmente i secondi persi pur sapendo che oltre la metà di costoro, una volta in auto, col cazzo che si ferma in presenza di pedoni che vogliono attraversare la strada.
Evidentemente sono matto, ma prima o poi, quelli che si fermano, saranno di più, lo so, nonostante tutti i Salvini; se non fosse così, staremmo ancora a fregar sassi per accender fuochi, o no?


1 commento:

  1. Siamo dei grandi utopisti convinti che l'utopia è solo la molla per partire ma se poi non si passa al "farhe prima o poi si uniranno a te tanti altrie" siamo solo dei bronzi stonati! Tu fai tanto e vedrai che prima o poi si uniranno a te tanti altri!

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