In un momento di rabbia che l'attuale Presidente del Consiglio mi fornisce amorevolmente con costanza ormai quotidiana, scrivo un post su fb.
"Esistono alcune parole, le quali, dopo averle adottate per descrivere Salvini e Trump, sarà difficile utilizzarle per descrivere altre persone, tipo, che ne so, stronzo".
Dopo averle scritte mi sono chiesto se esiste una parola che descriva un concetto per i meriti acquisiti dal soggetto protagonista del concetto stesso.
Vado su google per cercarlo ma, pur esponendo il quesito nelle più svariate forme che mi vengono in mente, non sortisco l'effetto desiderato.
Scrivo a due amici: Silverio Novelli che cura le pagine web per la Treccani e Massimo Gerardo Carrese unico e solo fantasiologo e domando loro: se uso una parola per descrivere una persona e questa nasce da un suo merito, può considerarsi un meritonimo?
Novelli così mi risponde:
Beh! il neologismo d'autore è bello. Potresti migliorarlo italianizzando dal greco la parola merito appicicandola a onimo per vedere l'effetto che fa.
Per seguire l'autorevole indicazione cerco la parola merito e sinonimi, in greco. Tra queste, per la simpatica presenza di una "x" scelgo degno che si scrive, italianizzandola, axio. Il connubio che ne deriva genera una bella, parola: axionimo.
Riferisco, il risultato di questo mio breve impegno, al paziente Novelli motivandolo come segue.
"Un grande e antico albero lo si considera monumentale, in questo caso la parola monumentale potrebbe essere un axionimo?"
Continuando a giocare, insisto:
"Pensando ad un artigiano che nel mio mondo, la tipografia, ritengo importante, come Alberto Casiraghi, o pensando ad un fantasiologo come Massimo Gerardo Carrese, le parole artigiano e fantasiologo, possono essere considerati axionimi?"
Prima, però, di ottenere una risposta mi sorge un dubbio che espongo all'ormai da me intasato Silverio.
"Però la parola antonomasia, un po', vuol dire questo"
Continuo a cercare leggendo la definizione della parola antonomasia, quindi insisto con l'ormai strenuato interlocutore:
"oppure l'axionimo, che nel frattempo anche il mio cellulare inserisce tra le parole suggerite, può essere il vocabolo utilizzato nella figura retorica dell'antonomasia?"
Il giorno successivo, il buon Novelli mi risponde:
"Un bel gioco intellettuale (torna l'amata parola gioco) il tuo.
E non lo dico con ironia. Certo, se chiami Casiraghy (la ipsilon viene inserita per vezzo dallo stesso Casiraghy nda) utilizzi un'antonomasia. Tra l'altro, dalla regia mi dicono che in retotica l'axionimo esiste (mi indica la fonte: Clicca qui
L'amico Silverio, da buon linguista, nel frattempo mi onora di sue ricerche e continua:
"Quindi hai visto giusto e io ho imparato una cosa che non sapevo grazie a te."
Wow! rispondo, e come spesso ripete il Fantasiologo, giocare non è solamente svago ma molto, molto di più e la fortuna di conoscerti con la possibilità di accedere a tue indicazioni, il gioco si è infine rivelato facile, un po'come leggere la pagina delle soluzioni.
L'umile, quindi ancor più grande, linguista aggiunge:
"Ma io di assionimo/axionimo, mi ero proprio scordato, l'ho ritrovato nei vecchi quaderni di appunti universitari. Così sapevo ma non ricordavo, quindi, non sapevo."
Conobbi Silverio Novelli in occasione della prima edizione de "Il Bicicletterario", parlando con lui gli riferii della mia passione per le parole e di come mi piace giocarci in modo serio, semiserio e stupido, per questi motivi disse che sicuramente mi avrebbe interessato conoscere una persona con la quale era in contatto per un neologismo da questa generato: fantasiologo.
Non ricordai di questo avvenimento fino a che non lessi una locandina dove, la "Piccola libreria 80 mq." annunciava una performance di Massimo Gerardo Carrese", il Fantasiologo, appunto.
Poteva, questa notizia, passare inosservata?
Ovviamente no, infatti, la sera stessa, dopo due ore di traffico a causa del balneare rientro di chi vive all'interno della provincia di Caserta, mi trovo a Selva Cava con Silvy per assistere a cosa ci insegna il Fantasiologo.
La settimana successiva, ci mettiamo nuovamente in auto, e assistiamo ad un'altra sua manifestazione A questo punto, è inutile quasi dirlo, faccio la sua conoscenza iniziando un'amicizia che dura tutt'oggi. Ho coinvolto anche lui fin dall'inizio, però pensava ad un mio comunicargli di mie scoperte.
I viaggi si possono effettuare da fermi e, confermando il sottotitolo di questo blog, Passeggiate tra le sinapsi, con le parole, possiamo viaggiare dentro di noi.
Scopro, tra l'altro, che anche Salvini serve a qualcosa.
Purtroppo non avrò la possibilità di fregiarmi del titolo di onomaturgo ma essendo giunto ad un vocabolo che ritenevo inesistente, con le mie sole forze, posso forse essere considerato un paraonomaturgo, o no?
Forse in un'altra puntata.
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