Minturno, 25 aprile 2025
Delazione.
Il 25 aprile ci ha liberato da questa parola.
Quando i fascisti proclamavano una festività, lo facevano con grande sfarzo non certamente con sobrietà, inoltre, era obbligatorio parteciparvi. Bisognava scendere in piazza e nelle strade e omaggiare il dittatore, il gerarca e chi per loro, tendendo il braccio destro, chi non lo faceva rischiava che il vicino o il collega di lavoro lo denunciasse. Se non si festeggiava con sfarzo si rischiava la deportazione, la tortura, la morte.
Oggi, grazie a ciò che viene rappresentato da questa nostra festa, si può anche non partecipare, si può dire che questa festa è divisiva adducendo anche motivazioni senza alcun senso.
Care amiche e cari amici, lottiamo sempre per non dimenticare e per perpetuare la memoria di coloro, sempre meno per motivi anagrafici, che ci hanno permesso di vivere senza la paura della delazione.
BUONA FESTA DELLA LIBERAZIONE
delazióne s. f. [dal lat. delatio -onis, der. di delatus, part. pass. di deferre «portare, riportare, deferire»]. – 1. L’atto di denunciare segretamente, per lucro, per servilismo o per altri motivi, l’autore di un reato o di altra azione soggetta a pena o sanzione, o di fornire comunque informazioni che consentano d’identificarlo: la cospirazione fu scoperta in seguito alla d. di un rinnegato. 2. Nel linguaggio giur., deferimento: d. di giuramento; d. dell’eredità, quando siano presenti tutti i presupposti perché il chiamato a succedere possa far valere il suo titolo. 3. ant. Il portare: d. d’armi, porto d’armi abusivo.
(Fonte: Treccani)